Abuso di connessione internet e licenziamento
Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta il caso di un licenziamento per abuso di connessione internet aziendale.
In particolare, un’azienda assegnava al proprio dipendente un PC per 2 mesi.
L’azienda verificava accessi indebiti alla rete aziendale per finalità personali e lunghi i tempi di collegamento.
Ritenendo tale comportamento una grave infrazione ai doveri del lavoratore, l’azienda avviava un procedimento disciplinare contestando l’abuso di connessione internet per fini personali.
L’azienda concludeva il procedimento disciplinare con la sanzione del licenziamento per abuso di connessione internet.
Il lavoratore impugnava il licenziamento, ritenendo tra l’altro violato il suo diritto alla riservatezza.
I Giudici hanno valorizzato:
- l’utilizzo della connessione aziendale per fini personali sistematica, in considerazione del numero di connessioni e della durata degli accessi;
- il fatto che la società si era limitata a verificare l’esistenza degli accessi, i tempi di collegamento e il traffico dati, senza compiere alcuna analisi dei siti visitati o la tipologia dei dati scaricati.
Questi elementi hanno portato i Giudici a ritenere che il dipendente avesse realizzato un abuso di connessione internet aziendale.
Sulla violazione del diritto alla riservatezza lamentata dal dipendente, i Giudici l’hanno esclusa ed hanno ritenuto che i dettagli del traffico internet (data, ora, durata della connessione e importo del traffico) non costituiscono dati personali, non comportando alcuna indicazione di elementi riferibili alla persona dell’utente e di sue scelte politiche, religiose, culturali o sessuali.
I dettagli del traffico internet aziendale verificati non hanno comportato violazione della riservatezza del dipendente
Infine, i Giudici hanno ritenuto che le verifiche effettuate dall’azienda non costituivano controllo a distanza della prestazione lavorativa e pertanto erano fuori dal campo di applicazione dei limiti dell’art. 4 Statuto Lavoratori.
I Giudici hanno quindi dato ragione all’azienda, confermando la legittimità del licenziamento per abuso di connessione internet aziendale (Cass. Civ. Sez. Lavoro, Sent. 15.06.2017 n. 14862).
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