Tempo di lettura: 3 minutiSepararsi serenamente è solo una chimera o un un obiettivo realizzabile?
La separazione è sempre un momento difficile, non solo per i coniugi, ma per l’intera famiglia.
Da avvocato seguo spesso situazioni rese difficili ed inasprite dalle stesse tensioni che hanno originato la separazione.
Eppure da fuori sembra semplice: se i coniugi si separano proprio per tornare a vivere sereni, perché continuano a riproporsi l’un l’altro le stesse dinamiche che li hanno resi infelici?
La separazione dovrebbe costituire uno spartiacque tra la vita coniugale ed una nuova vita.
Ma quali sono i punti critici che dovranno essere sciolti per consentire ai coniugi di separarsi serenamente?
Quando i coniugi non hanno figli, solitamente separarsi serenamente è più facile.
Una volta diviso il patrimonio, la vita riprende, sia pure con altri ritmi.
Nuova casa, nuove abitudini, nuovi rapporti e magari anche nuovi amici.
Rimane un unico strascico possibile: l’assegno di mantenimento.
Spesso l’assegno di mantenimento per il coniuge più debole resta l’unico filo sottile che continua a tenere legati i coniugi separati senza figli.
L’assegno di mantenimento al coniuge separato è, quindi, su entrambi i fronti, un tema caldo, che dovrà essere ben ponderato da ciascun coniuge con il proprio avvocato e costituirà in certi casi proprio il punto critico da sciogliere per consentire ai coniugi di separarsi serenamente.
La legge offre soluzioni alternative all’assegno periodico solo in occasione del divorzio, nulla vieta tuttavia di poter modulare il diritto al ricevimento dell’assegno con delimitazioni temporali ovvero legate ad un’occasione di lavoro.
La soluzione migliore, non solo consentirà ai coniugi di separarsi serenamente ma, probabilmente, anche di arrivare ad un sereno divorzio.
Quando però i coniugi hanno formato una famiglia, i figli sono certamente i primi a risentire della separazione ed a renderla quindi ancora più difficile per entrambi i genitori.
Risolvere i problemi legati alla gestione dei figli , infatti, può consentire di separarsi serenamente.
Sembra facile, vero?
In realtà è normale che i coniugi, ancora troppo focalizzati ciascuno sulle proprie rivendicazioni, non siano in grado di spostare l’attenzione da sé ai figli.
Sarà quindi l’avvocato a dover focalizzare l’attenzione dei coniugi in questa direzione per far prevalere in loro il sentimento genitoriale.
In verità, è la legge stessa che indica le linee guida per la gestione dei figli dopo la separazione dei genitori e che invita i coniugi a privilegiare, per quanto possibile, la continuità per i figli.
In tal senso si devono leggere le norme sull’assegnazione della casa al coniuge che prevalentemente vivrà con i figli e sempre in tal senso viene determinato l’assegno di mantenimento per i figli da parte dell’altro genitore.
Se poi il punto critico della separazione sarà proprio la decisione di chi dovrà vivere con i figli, un buon suggerimento è quello di considerare nuovamente il criterio della continuità.
Quale dei due genitori è stato nel corso della convivenza il genitore di riferimento per i figli?
Quale dei due genitori, cioè, si è sempre occupato dei figli in modo prevalente rispetto all’altro?
Ancor più semplicemente: chi si è sempre occupato di svegliare i bambini al mattino, di preparare loro la colazione, di prepararli per l’asilo o la scuola e magari anche di portarceli? Chi parla con le maestre? Chi gestisce i rapporti con gli amichetti ed i loro genitori? Chi compra loro vestiti e scarpe? Chi porta i figli dal medico quando sono malati? Chi somministra loro le medicine? Chi li lava, li cambia, li mette a letto la sera?
Salvo rari casi, in ogni famiglia, sebbene qualche compito sia distribuito, uno solo è il genitore di riferimento.
Ciò non significa che l’altro genitore sia meno importante, anzi, la sua presenza nella vita dei figli anche dopo la separazione è tutelata dalla legge e dovrà essere resa effettiva.
Spesso sarà proprio l’avvocato a dover aiutare l’altro genitore a dare il giusto ascolto alle esigenze dei figli ed a riconoscere, quindi, il ruolo dell’altro genitore nella loro vita.
In merito devo dire che, per esperienza, non sorgono grandi problemi in tal senso quando il genitore di riferimento è la mamma, perché i padri sono generalmente disposti a riconoscerle il proprio ruolo.
Non sempre accade lo stesso nei – certo più rari – casi in cui il genitore di riferimento è il papà.
Sebbene in questi casi la mamma abbia lasciato al padre il ruolo preminente nella gestione quotidiana dei figli anche nel corso della convivenza, spesso non è disposta a riconoscerlo e allora questo diventa il punto cruciale da superare per potersi separare serenamente.
Separarsi serenamente è dunque possibile, quando i coniugi o i genitori sono in grado di riconoscere il punto critico della separazione e risolverlo mettendo da parte le rivendicazioni che li hanno portati alla separazione.