Litigio tra colleghi sfociato in aggressione: il licenziamento è legittimo?
In un’azienda è avvenuto un litigio tra colleghi, sfociato nell’aggressione fisica di un collega ai danni dell’altro. L’azienda può procedere ad un licenziamento del dipendente aggressore?
La Corte di Cassazione ha di recente pronunciato una sentenza su questo caso, peraltro, assai frequente, considerato che anche in studio abbiamo di recente affrontato una questione di litigio tra colleghi sul posto di lavoro.
La controversia arrivata in Cassazione riguarda un dipendente che ha avuto un litigio con una collega, che è sfociato nelle vie di fatto. Tutto ciò provocato da futili motivi.
L’azienda scoperto l’accaduto ha avviato un procedimento disciplinare, terminato con il licenziamento del dipendente.
Ritenendo ingiusto il provvedimento, il dipendente ha avviato un giudizio per ottenere la reintegra nel posto di lavoro.
All’esito del giudizio, i Giudici hanno anzitutto ritenuto provati i fatti. In particolare, si sono basati su una testimonianza di un terzo collega che aveva assistito ai fatti ed aveva confermato che in azienda si era verificato il litigio tra colleghi sfociato nell’aggressione fisica da parte di uno in danno dell’altra.
Ciò posto, i Giudici hanno poi valutato se il comportamento addebitato al dipendente aggressore fosse grave al punto tale da giustificare la decisione del licenziamento da parte dell’azienda.
La soluzione è stata positiva. I Giudici hanno evidenziato che il dipendente, con la condotta tenuta, ha mostrato una incapacità di autocontrollo a fronte dell’ambiente lavorativo in cui si trovava, nei confronti della collega, aggravato dal fatto che la situazione fosse stata scatenata da futili motivi. Ciò ha giustificato il venir meno della fiducia da parte del datore di lavoro sulle future prestazioni lavorative.
Il litigio tra colleghi, sfociato nelle vie di fatto, comporta il venir meno dell’affidamento del datore di lavoro sul futuro rispetto da parte del dipendente della disciplina aziendale e delle regole del vivere civile.
I Giudici hanno quindi dato ragione all’azienda ed hanno confermato la legittimità del licenziamento (Cass. Civ. Sez. Lavoro, Sent., 19458 del 20.07.2018).
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