obbligo di repechage
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Cosa significa e in cosa consiste l’obbligo di repechage?

obbligo-di-repechageIl repechage è un obbligo imposto al datore di lavoro che intende procedere ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

In particolare, in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ossia un licenziamento determinato da ragioni di carattere produttivo o organizzativo, come ad esempio una riorganizzazione aziendale, è necessario che il datore di lavoro verifichi di non essere in grado di riassorbire il lavoratore che sta per licenziare nella struttura aziendale.

L’obbligo di repechage è quindi la verifica che non sussista la possibilità di ricollocare il lavoratore ad altre mansioni all’interno dell’azienda.

In caso di contenzioso è il datore di lavoro che ha l’onere di provare di aver verificato l’impossibilità del repechage.

Si tratta di un onere che va assolto anche in riferimento a mansioni di lavoro inferiori, se rientranti nel bagaglio professionale del lavoratore e compatibili con l’assetto organizzativo aziendale.

Questo è quanto chiarito in un caso di applicazione del repechage affrontato in una recente sentenza della Corte di Cassazione.

In particolare, l’azienda comunicava ad un proprio dipendente il licenziamento per soppressione del posto di lavoro.

Il lavoratore impugnava il licenziamento, contestando che l’azienda avrebbe avuto la possibilità di reimpiegarlo in altro posto di lavoro con mansioni equivalenti o inferiori.

Veniva, quindi, avviato un contenzioso arrivato fino alla Corte di Cassazione.

I Giudici, decidendo il caso, hanno affermato un principio, oggetto di molti dibattiti in giurisprudenza, ossia che il datore di lavoro è tenuto a prospettare al lavoratore la possibilità di un impiego in mansioni inferiori quale alternativa al licenziamento e a fornire la relativa prova in giudizio.

Invero, la Corte di Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro che procede ad un licenziamento per motivo oggettivo ha l’onere di dimostrare in giudizio che al momento del licenziamento non solo non vi era alcuna posizione in cui poter ricollocare il lavoratore per lo svolgimento di mansioni equivalenti, ma deve anche dimostrare di aver offerto al lavoratore la possibilità di un reimpiego in mansioni inferiori (seppur rientranti nel suo bagaglio professionale) e di non aver ottenuto il consenso di quest’ultimo.

I Giudici quindi hanno dato ragione al lavoratore, non risultando assolto l’obbligo di repechage con riguardo alla possibilità di reimpiego del lavoratore in mansioni inferiori ed hanno dichiarato illegittimo il licenziamento (Cass. civ. Sez. lavoro, Sent., 21-12-2016, n. 26467).

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