Separazione e social
Di chi è la colpa della separazione?
Nel deciderlo, i Giudici di Roma hanno considerato come prova anche le conversazioni social della moglie.
Il giudizio era stato iniziato dalla moglie, che chiedeva l’addebito della separazione al marito perché, secondo la stessa, la crisi matrimoniale era dovuta al prolungarsi dell’attività lavorativa all’estero del marito, che non era intenzionato a tornare in Italia.
Il marito, dal canto suo, ha contestato invece alla moglie di aver violato l’obbligo di fedeltà, iniziando una relazione extraconiugale e, dichiaratosi favorevole alla separazione, chiedeva che la stessa fosse addebitata alla moglie.
Secondo la giurisprudenza di legittimità, per l’addebito della separazione “deve esistere un nesso di causalità tra i comportamenti addebitabili al coniuge ed il determinarsi dell’intollerabilità della convivenza”
I Giudici del Tribunale di Roma, svolta l’istruttoria, nel pronunciare la separazione, hanno ritenuto che la stessa non potesse addebitarsi al marito, bensì alla moglie ricorrente.
Hanno infatti rilevato, nella sentenza n. 11253/16, che nel corso del giudizio è risultato pacifico che il marito avesse svolto la propria attività all’estero già prima sia della nascita del figlio che del matrimonio, con condivisione della scelta da parte della moglie.
Il lavoro all’estero, infatti, consentiva alla famiglia di avere un tenore di vita molto più elevato di quello che sarebbe stato condotto se il marito se avesse lavorato in Italia.
Ad esempio, il figlio era stato iscritto ad una costosa scuola materna internazionale, proprio per fargli proseguire la fruttuosa esperienza fatta all’estero e consolidare l’apprendimento della lingua inglese.
Rilevanti i commenti entusiasti postati sui social dalla moglie
Ma, a far escludere l’addebito al marito, sono state le conversazioni social della donna la quale, nelle proprie chiacchierate telematiche con gli amici, risultava entusiasta dei propri frequenti viaggi a Dubai e della vita che là trascorreva, fatta di vacanze, mare, feste e divertimenti.
Peraltro, sempre sulla base delle conversazioni telematiche della donna, dal contenuto inequivocabile quanto al tenore affettivo e sessuale della relazione, i Giudici del Tribunale hanno poi ritenuto che la violazione del dovere di fedeltà coniugale da parte della donna portasse a ritenere la stessa responsabile della crisi del rapporto e, quindi, della separazione.
Accolta, pertanto, la domanda di addebito del marito nei confronti della moglie.
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